Tharros “copia” Su Pallosu: è boom ovunque del turismo felino

Gatti, archeologia e turisti, una trilogia vincente, dopo Su Pallosu di San Vero Milis (prima attrazione turistica dela provincia di Oristano su Tripadvisor)  sbarca a Tharros.

Nelle belle foto del pescatore appassionato di fotografia e animali di Cabras, Silvio Piscedda, vediamo “Cecio”, questo il suo nome affibbiato dalla guida locale, un gatto rosso perfettamente a proprio agio nelle splendide rovine storiche della città punico fenicia.

cecio
Cecio, il gatto mascotte della città punico-fenicio di Tharros (Cabras) in Sardegna.

Lo scatto è di ieri, fresco fresco, 28 luglio 2016 ed è stato fatto durante una visita guidata ad un gruppo di turisti.

Il felino è già diventato una vera e propria mascotte del sito archeologico, seguito dalla Cooperativa che accompagna i turisti durante le visite.

L’ Area Archeologica di “Tharros” (in gestione al comune di Cabras) è stata nel 2015 al primo posto della classifica regionale che comprende musei statali e siti archeologici con 91.360 ingressi e 272.915 euro (crescita rispettivamente del +19% e del +7%).

Ma non ci sono solo Su Pallosu e Tharros tra le attrazioni turistiche ad ospitare gatti.

Sempre rimanendo in Sardegna abbiamo infatti altre due di siti turistico-culturali con la presenza di gatti: il Museo del Grano di Ortacesus in Trexenta e il Castello di Sanluri; fuori dalla Sardegna sono almeno tre.Da menzionare l’area di Torre Argentina a Roma,  il Museo l’Ermitage di San Pietroburgo in Russia.Una menzione speciale tra le attrazioni turistiche va doverosamente anche all’isola di Key West, Florida (Usa), con il museo dello scrittore  Hemingway.

“Con tre di queste realtà, il Museo del Grano di Ortacesus,  Torre Argentina di Roma e con la stessa Tharros- hanno dichiarato i gattari di Su Pallosu Andrea Atzori e Irina Albu- abbiamo già proficui contatti e una collaborazione avviata.Ci piacerebbe fare altrettanto con Sanluri, San Pietroburgo e Key West in maniera da costituire una sorta di rete internazionale per lo sviluppo del turismo felino internazionale.thaTharros

Tharros-lo ricordiamo- è il sito di un centro punico-romana, fondato nel VIII secolo a C dai fenici sul luogo di un insediamento dell’Età del Bronzo, ma con ogni probabilità già esistente in epoca nuragica. Le rovine della città sono ubicate sulla penisola di Capo San Marco sul Golfo di Oristano, nel territorio del comune di Cabras. Si possono ammirare i resti delle fondamenta dei templi, terme romane, il Castellum Acquae, un tophet fenicio-punico e un quartiere dove lavoravano gli artigiani. La città divenne capitale del Giudicato di Arborea fino al suo abbandono nel 1070 d C, a causa delle frequenti incursioni arabe, a favore dell’odierna Oristano.

A fare da apri pista al rapporto tra archeologia e felina nell’oristanese sono stati proprio i gatti sardi di Su Pallosu, “Eccellenza” Turistica 2016 per il Portale di Viaggi “Tripadvisor”, che hanno presenziato in tutte i vari episodi degli scavi archeologici del deposito votivo nuragico (dal 2006 al 2012), era collocato proprio sulla spiaggia dei gatti.

Su Pallosu

Si tratta di uno dei rarissimi siti archeologici nuragici sotto la sabbia di una spiaggia della Sardegna.  Sito preistorico, oggetto di vari interventi di emergenza effettuati  sin dal novembre 2006 e sino al 2012  in seguito alla comparsa in un punto della spiaggia davanti alla Colonia di ceramica di età nuragica. I materiali ceramici provenienti da Su Pallosu sono stati studiati e pubblicati in vari contributi, e sono attualmente custoditi in parte presso l’Antiquarium Arborense di Oristano, sia nnel Museo Civico di San Vero Milis, in fase di prossima inaugurazione.E qui la colonia felina-prima attrazione turistica della Provincia di Oristano su Tripadvisor- è composta da 58 gatti tutti microchipatti, sterilizzati e vaccinati.

scavi

L’insieme degli interventi effettuati dal 2006 al 2013 ha permesso l’individuazione, la definizione areale e l’asportazione del deposito ceramico nuragico, il cui contesto originario era verosimilmente compreso in un’area umida retrocostiera, situata ad una maggiore distanza dal mare rispetto all’attuale posizione del sito .

Sulla base degli studi finora condotti sul materiale ceramico, il deposito è ascrivibile alla fase del Bronzo Recente (XIV-XIII sec. a.C.), per quanto siano al suo interno presenti isolati frammenti riferibili a fasi precedenti e più tarde. Lo studio dei materiali è attualmente ancora in corso. Al momento, la mancanza di un qualsiasi contesto monumentale rende l’interpretazione dell’evidenza del deposito alquanto difficoltosa, se non in un senso genericamente cultuale.

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La gata Aziza di Su Pallosu durante gli scavi archeologici sulla spiaggia felina

Egitto

Ma certamente è doveroso ricordare che già nell’antico Egitto i gatti erano considerati una vera e propria divinità.Gli egiziani dell’antichità hanno divinizzato infatti i tratti del gatto nella dea protettrice Bastet, simbolo di fecondità e dell’amore materno.

egitto

Il suo culto si situava principalmente nella città di Bubasti. Gli archeologi hanno scoperto numerose mummie di gatto che mostrano la venerazione degli egiziani per questo felino. Anche la sorella di Bastet, Sekhmet, era un felino (anche se una leonessa) e lei aveva come animale sacro il gatto.

Le prime scoperte paleontologiche situavano i primi siti della domesticazione del gatto in Egitto, verso il 2000 a.C., ma la scoperta nel 2004 di resti di gatto vicino a quelli di uomini in una sepoltura a Cipro porta l’inizio di questa relazione tra i 7500 e i 7000 anni prima di Cristo.

San Pietroburgo (Russia)

E’ uno dei musei più grandi ed importanti del mondo, ma forse non tutti sanno che il museo dell’Ermitage , sin dalla sua fondazione nel 1764, ha uno squadrone di 60 gatti per difendere i propri capolavori da ratti e roditori e ciascuno dei felini da guardia dispone di un passaporto con tanto di foto.

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Ortacesus (Sardegna)

Rocco è un micio meticcio e trovatello, salvato dai soci della Cooperativa Su Corongiu di Ortacesus che all’inizio dell’estate 2014 lo hanno trovato dentro una busta, con altri gattini, abbandonata all’interno dell’area archeologica di Mitza de Siddi. Dell’intera nidiata, solo Rocco si è salvato. Oggi il micio è la mascotte ufficiale del Museo del Grano di Ortacesus.

roccoFa parte a tutti gli effetti del percorso didattico della struttura che ricostruisce un’antica casa agricola della Trexenta ed ha anche un pollaio con galline a pulcini, proprio come avveniva fino a pochi anni fa in tantissime case dei nostri paesi.rocco2 E siccome non c’era cortile senza un gatto, Rocco ha trovato la sua collocazione ideale. A dire il vero, è anche il custode e il cicerone del museo: accompagna i visitatori nelle sale e dispensa fusa e impastini .

sanluriCastello di Sanluri (Sardegna)

Il castello di Sanluri, detto anche di Eleonora d’Arborea, è un edificio fortificato militare di età giudicale. Il suo stato di conservazione è ottimo, anche perché ha sempre mantenuto la sua funzione abitativa. Rivestì un’importante rilevanza storica in quanto era una delle roccaforti di controllo del confine del Giudicato di Cagliari con il Giudicato d’Arborea.Anche qui è presente da anni un nucleo di gatti  fotografato e amato da gestori e visitatori.sanluri2

Torre Argentina (Roma)

L’ Area Sacra di Largo di torre Argentina è una della aree archeologiche più importanti del centro storico di Roma. Questa oltre alle numerose rovine, ospita una delle più grandi colonie feline nel cuore della città . La colonia, che sopravvive grazie al Comune di Roma e alle offerte dei turisti, offre assistenza cibo e cure ai numerosissimi gatti dell’Area Sacra di Torre Argentina.torre
Nella zona sono stati riportati alla luce i resti di quattro templi, che rappresentano il complesso più importante di edifici sacri d’età repubblicana media e tarda. La storia del complesso è molto complicata, con più strati sovrapposti, per i quali sono però state riconosciute la fasi principali, tutte databili con relativa esattezza.
Nella Roma Antica, il gatto rappresentava un compagno di vita terrena ed anche in quella oltre la morte. Alcuni reparti dell’esercito romano sugli scudi recavano come simbolo gatti di colori differenti.I Greci identificavano la dea Bastet con la loro dea Artemide, anch’essa protettrice di partorienti e fanciulli e Signora degli Animali.
L’introduzione nell’Impero Romano del culto di Bastet, poi identificata con la dea Iside, rafforzò nei romani il culto del gatto sacro.In ogni città infatti vi era un tempio dedicato alla dea, detto Serapeum.

A Roma venne istituito un tempio che sorgeva dove oggi si trova la chiesa di Santo Stefano del Cacco, nel rione Pigna, qui venne rinvenuta la piccola statua della gatta che ancora oggi si può ammirare su un cornicione di Palazzo Grazioli, in Via della Gatta.Ancora oggi i gatti sono molto amati dai romani.

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Key-West, Florida (Usa)

Nella casa di Key West, in Florida, il noto scrittore  Ernest Hemingway scrisse capolavori quali “Morte nel pomeriggio” e “Per chi suona la campana”. Ma l’abitazione è oggi affermata attrazione turistica internazionale legata ai gatti.Pensate che su Tripadvisor vanta la bellezza di più di undicimila recensioni ed ha ricevuto come Su Pallosu il Certificato di Eccellenza Turistica.

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Lì, infatti, abitano ancora i gatti dello scrittore, che sono dotati di una caratteristica particolare. Sono polidattili, hanno cioè sei dita. Adesso, la commissione cittadina di Key West ha deciso di tutelare i gatti di Hemingway, “Si tratta di gatti dal forte significato sociale e turistico, parte integrante della storia della casa”, ha dichiarato la commissione. Fu il capitano di una nave a regalare a Hemingway un gatto con 6 dita. Adesso la famiglia si è allargata, e conta circa una cinquantina di membri.

 

 

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3 comments

  1. Sempre rimanendo in Sardegna, volevo segnalare la presenza di una nutrita e ben curata colonia felina nel sito archeologico di Montecatini Sirai.

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